ANAMNESI FISIOLOGICA
L’ANAMNESI FISIOLOGICA viene anche definita PERSONALE.
Si comincia ad indagare circa la nascita del Paziente e le modalità del parto.
Ho osservato talvolta diligenti Medici in formazione, storiografi erodotei, insistere con pervicacia nel cercare di sapere da Pazienti, magari pressocchè centenari, le modalità del proprio parto ed invitarli a…ricordare.
Un parto si definisce eutocico (dal greco eu=bene e tiktein=produrre) quando avviene in maniera fisiologica; si definisce invece distocico (il prefisso dis in greco indica un disordine) se per il suo espletamento occorre un qualsiasi intervento di tipo tecnico da parte del Medico.
Ora: non è sempre la regola che Ognuno di noi sappia esattamente come è venuto al mondo, a meno che non si sia sofferto di patologie conseguenti a lesioni da parto o ce lo abbiano raccontato i nostri Genitori.
Di fatto conoscere se si è venuti a questo mondo di parto naturale per presentazione cefalica o presi per i piedi dall’Ostetrica (presentazione podalica) o presi fin da subito per…..il sedere (presentazione…… che tuttavia mi risulta assai rara all’inizio della Vita di noi tutti, ma che prima o poi invece purtroppo tutti noi sperimentiamo), ha scarsa importanza.
Non ne parliamo poi di richieste inerenti il peso alla nascita o l’allattamento materno o mercenario, ovvero effettuato da balie a pagamento (evenienza ormai desueta da anni, ma a Roma erano ricercatissime le balie ciociare), e quindi la dentizione.
Circa poi lo sviluppo somatico e l’evoluzione psico/sociale con il profitto scolastico, per solito si domanda il grado di istruzione conseguito, ma non tanto perché ciò possa influenzare in qualche modo la patologia in atto, bensì per rendersi conto di Chi si ha di fronte per predisporre adeguatamente le nostre domande e quindi conoscere qualcosa circa le condizioni familiari.
Agli Uomini si chiedevano un tempo notizie circa il Servizio Militare prestato: qui mi pare opportuno rammentare quanto segue.
Quando io ero ancora giovane Medico, circa 40 anni or sono, si indagava sul periodo della seconda guerra mondiale, perché molti Italiani avevano patito le “pene dell’inferno” in situazioni assai disagiate in varie parti del mondo e talvolta avevano contratto malattie infettive o parassitarie di vario tipo.
Un pensiero per tutti va al mio Papà vissuto a Messina per i primi 30 anni della Sua Vita, ma poi spedito a Tobruk in Africa del Nord come Ufficiale Medico, durante la seconda guerra mondiale, e quindi deportato in India a Bangalore per 5 anni come prigioniero degli Inglesi (fortunatamente senza contrarre malattie, almeno di quelle…visibili)
Oggi che fare il militare non è più obbligatorio e che potrebbe anche essere una questione che riguarda le Donne, la domanda può avere senso per coloro i quali abbiano eventualmente prestato servizio in missioni di peacekeeping in qualche parte del mondo, sperando ovviamente che di inutili guerre non se ne combatteranno mai più.
Per Soggetti immigrati, specie se extracomunitari, può invece essere interessante chiedere notizie sui luoghi e le modalità di Vita e lo sviluppo psico/fisico, avvenute, talvolta, in ambienti e situazioni assai disagiate o addirittura drammatiche, dove l’esposizione ad agenti infettivi potrebbe essere stata la regola.
L’intervista circa l’anamnesi fisiologica di una Donna deve essere certamente assai più approfondita.
Innanzitutto bisognerà chiedere l’età del menarca, ovvero della prima mestruazione (dal greco: αρχή “inizio”), che dalle nostre parti per solito avviene tra il nono e l’undicesimo anno di vita.
Si passerà poi a chiedere informazioni sull’andamento dei cicli mestruali circa il ritmo e se questi vengano regolarizzati attraverso l’assunzione di ormoni femminili (ad esempio “la pillola anticoncezionale”) o se siano invece assenti (amenorrea dove il prefisso –a-, dal greco, esprime una privazione o assenza) e da quando, e quindi se flusso e durata delle mestruazioni siano costanti e regolari ed infine se la Donna abbia evidenziato perdite ematiche durante periodi intermedi.
Queste informazioni sono molto importanti anche per rilevare, ad esempio, la presenza di menometrorragie, ovvero di flussi mestruali molto abbondanti.
Per solito durante una mestruazione una Donna perde, in media, 35 ml di sangue; ma i Medici maschietti in formazione non si immaginino che le Loro Colleghe femminucce misurino ogni mese tale quantità in preziosi alambicchi.
Sarebbe come dire che un Giovane poderoso ed in salute perdesse il conto a 199 milioni di spermatozoi per millilitro di sperma del suo eiaculato e si preoccupasse per il milione che manca.
A parte l’ironia (ma ho imparato a non stupirmi di nulla), la qual cosa è di sicura importanza perché spesso le Donne non osservano con attenzione l’eventuale aumento indesiderato dei flussi mestruali, evento nel quale invece trovano ragion d’essere anemie ipocromiche, iposideremiche altrimenti inspiegabili.
Un buon modo per indagare, seppur non completamente obiettivo, è quello di chiedere alla Donna quanti assorbenti cambia al giorno durante le mestruazioni e, visto che molte Donne, giustamente preoccupate della Loro igiene intima, ne cambiano quantità industriali appena “sporchi”, bisogna chiedere se gli assorbenti cambiati sono assai impregnati da sangue mestruale; ciò porterà a delle ovvie conclusioni.
Si indagherà quindi sul numero delle gravidanze, l’età alla quale sono avvenute ed il loro andamento, sull’ allattamento, se avvenuto fisiologicamente e per quanto tempo, nonché sul numero di eventuali aborti spontanei o provocati.
Ovvia e consequenziale sarà l’informazione sullo stato di salute dei Figli.
Se la Donna si trova in una età compatibile si chiederà infine circa la menopausa: età alla quale è avvenuta, presenza eventuale di sintomi associati o assunzione di terapia sostitutiva.
Alcune Donne riferiranno di Menopause chirurgiche, avvenute cioè precocemente a seguito di interventi chirurgici ablativi per utero e/o annessi; di tali eventi bisognerà indagare circa le motivazioni.
E’ buona norma, sia per gli Uomini che per le Donne, indagare sulla Loro attività sessuale, con discrezione e quindi non certo chiedendo se si hanno preferenze differenti dal sesso geneticamente determinato o quanti orgasmi raggiungano a settimana (beati loro!) o se si masturbino quotidianamente, bensì domandando soltanto se la si ritiene soddisfacente o se invece è fonte di ansie o nevrosi: non sottovalutate questo aspetto perché, pur se non sempre fondamentale per il benessere di Ognuno di Noi, soprattutto ad una certa età, è di certo molto importante.
Qualunque cosa Vi si risponderà a tale riguardo (potrei narrarvi storie degne del miglior Crozza) non ridete, non arrossite e non commentate, ma, magari, ….tagliate corto, perché alcuni “latin lover”, più o meno millantatori, si riterranno secondi soltanto a Giacomo Casanova, ma….di poco.
Si passerà quindi ad indagare circa lo stile di Vita dei pazienti.
Non mi risulta che nelle cartelle cliniche alla voce Anamnesi nelle sue varie fasi siano previsti spazi inerenti l’ambiente in cui si vive o l’attività lavorativa o le abitudini consuete.
Dalle nostre parti ormai, bene o male, luoghi o ambienti di Vita sono quantomeno decenti (almeno in apparenza se si pensa ad esempio alla “terra dei fuochi”), ma fino a qualche decennio fa esistevano ancora ambienti malsani infestati per esempio dalla malaria.
Molti Soggetti sono poi assai stressati o insoddisfatti per il loro lavoro o espletano attività che li pongono a rischio (ad es. per particolari esposizioni ad agenti chimici o batterici) oppure conducono vita completamente sedentaria: insomma tutte informazioni che vale la pena acquisire e che magari potrebbero essere poi in qualche modo collegabili con l’Anamnesi Patologica Prossima.
Su tutte le cartelle cliniche invece alla voce “Stili di Vita” devono essere raccolte informazioni sulla alimentazione: tipo, varietà o restrizioni indotte da qualche particolare situazione o eventuali variazioni recenti conseguenti all’insorgenza di qualche sintomo.
Da ciò ne viene che si chieda del peso abituale e dell’eventuale aumento o eccessivo dimagramento negli ultimi periodi che andrà espresso in percentuale, se significativo.
Si passerà quindi ad indagare sull’assunzione abituale di bevande alcoliche: quantità, tipologia, tempistica di assunzione durante la giornata (a digiuno o durante i pasti)
State attenti che spesso a seguito di queste domande la Gente mente nel dare le proprie risposte e, per esempio, i novelli Casanova diventano improvvisamente dei San Francesco.
Si consideri comunque che l’assunzione di un bicchiere di vino o di birra a pasto e, saltuaria, di superalcolici (wisky, brandy, etc…) viene considerata normale e che non si può certo definire etilista chi di bicchieri di vino a pasto magari ne beve due.
I pazienti mentono quasi sempre anche sul fumo di sigarette, sia circa il numero che circa l’inizio di tale abitudine, come se il Medico li potesse spedire all’inferno come grandi peccatori e non si accorgesse poi, ad un accurato esame obiettivo del torace, che i polmoni hanno ricevuto un danno assai più grave delle poche sigarette fumate che hanno dichiarato.
Per Noi Medici un fumatore abituale di più di dieci sigarette al giorno deve essere etichettato e considerato un “forte fumatore”, con tutto ciò che evidentemente ne consegue.
Anche l’uso abituale di droghe leggere o l’assunzione di sostanze stupefacenti va chiesto e trascritto, spiegando al Paziente che tali informazioni hanno solo valenza clinica e che non verranno certo trasferite alla……narcotici.
Si chiederanno quindi informazioni circa l’alvo (modalità della defecazione), se fisiologica o tendenzialmente stiptica o diarroica, e circa la minzione (emissione dell’urina), se fisiologica o se invece è presente disuria (minzione difficoltosa), pollachiuria (minzione frequente) con nicturia (minzione notturna), poliuria (grande quantità di urine emesse) o viceversa oliguria (scarsa quantità giornaliera), stranguria (minzione dolorosa, magari con bruciore), o vi è incapacità a trattenerne lo stimolo (incontinenza)
E’ ovvio che per interpretare le caratteristiche dell’alvo e della minzione si useranno termini comprensibili e non certo quelli tecnici, traducendo poi dal “pazientese” in “medichese” ciò che il Paziente ci racconta.
State attenti perchè spesso il paziente interpreta come poliuria una pollachiuria (soprattutto i Soggetti di sesso maschile affetti da ipertrofia prostatica) e che pochi Soggetti, invero, sanno che fisiologicamente bisognerebbe produrre almeno 1200 ml di urina al giorno.
Per solito da ultimo (e chissà perché!) si lasciano le richieste di informazioni circa la presenza o meno di allergie.
Qui il discorso a dire il vero si fa un po’ complicato e talvolta si rischia di mantenersi sul….generico.
E’ di certo importante conoscere e riportare se il Paziente soffre di allergie o intolleranze a particolari alimenti o se è sensibile a determinati pollini o allergeni ambientali (gli acari della polvere in un ospedale proprio non dovrebbero esserci) o soffre di particolari allergie da contatto; tuttavia l’aspetto importante di tale indagine è un altro.
L’importante è sapere se ed a quali farmaci il Soggetto è allergico, perché, come Chi mi legge sicuramente saprà, la somministrazione di un farmaco al quale il Soggetto è allergico potrebbe causare uno shock anafilattico gravissimo.
Molti Pazienti conoscono i farmaci a cui sono allergici (purtroppo talvolta per tristi esperienze personali) ma il più delle volte ne riferiscono il nome commerciale.
Ora, se Chi effettua l’Intervista è un Giovane Studente, Egli forse non conosce la composizione chimica del farmaco riferito ed il principio attivo, per cui dovrà chiederlo al Suo Tutore.
Infatti nella cartella clinica il principio attivo farmacologico incriminato andrà evidenziato chiaramente, magari in rosso, e di ciò ne dovrà essere informato il Personale Infermieristico.
Mi accorgo che questo articolo è un po’ lunghetto ma spero che i miei Lettori non me ne vorranno, perché la raccolta attenta e completa dell’Anamnesi Fisiologica o Personale è momento fondamentale dell’Intervista.
Vale solo la pena qui di ricordare che al Medico non deve interessare soltanto la patologia dell’organo malato responsabile del ricovero; bensì il Paziente va considerato in tutta la Sua interezza fisica e psichica.
Non a caso si parla oggi di Medicina Olistica dal greco olos che vuol dire proprio “tutto intero” e questo non va dimenticato mai.
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