L’ANAMNESI – TEMPI E SEQUENZE
Ogni cartella clinica è già opportunamente predisposta per la raccolta di una Anamnesi in tutte le sue componenti secondo tempi e sequenze definite. Attenzione comunque a non ridurre l’Anamnesi ad un mero questionario, pur dovendosi privilegiare nella stesura una opportuna sintesi.By Vela1606 (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia CommonsIn taluni ambienti sanitari sono già in essere o in sperimentazione cartelle cliniche informatizzate elettroniche, corredate di sussidi terminologici e codifiche internazionali, che tuttavia, per quanto perfettamente elaborate, assai difficilmente potranno completamente sostituirsi ad una trascrizione completa ed esauriente di quanto dichiarato dall’intervistato. Spesso Chi effettua l’intervista e raccoglie l’anamnesi in maniera tradizionale si affida ad improbabili abbreviazioni talvolta di difficile interpretazione. Ve ne sono in effetti alcune entrate ormai a far parte di diritto del lessico medico tradizionale come ad esempio: FVT, che sta per fremito vocale tattile o SCP che sta per Suono Chiaro Polmonare, tutti rilievi clinici che più avanti spiegherò. Alcune altre, che comunque di fatto citerò e spiegherò per non trascurare alcunchè in questo excursus, sono, a mio avviso, assai originali e comunque divertenti. Ho sempre trovato ad esempio risibile che Parenti e Figli dell’Intervistato, essendo, grazie a Dio, apparentemente in buona salute, vengano talvolta etichettati come a.b.s. ovvero come se, essendo dotati dell’ormai famoso sistema antibloccaggio in dotazione a molte delle nostre automobili, godessero di una più sicura gestione delle suole delle loro scarpe, purchè di gomma. Le quattro fasi di cui si compone tradizionalmente una Anamnesi sono: l’Anamnesi Familiare, l’Anamnesi Fisiologica, l’Anamnesi Patologica Remota e l’Anamnesi Patologica Prossima. Frequentando i diversi reparti di degenza Vi accorgerete di come le cartelle cliniche di ambiente chirurgico prevedano anamnesi più succinte di quanto invece avviene per gli ambienti medici. Ciò però è facilmente comprensibile se si tiene conto del fatto che per solito i Pazienti che vengono ricoverati in Chirurgia sono già transitati presso Dipartimenti di Emergenza Accettazione (DEA), Day Hospital diagnostici o Servizi Ambulatoriali presso i quali è già stata effettuata una diagnosi e pertanto vengono ricoverati per effettuare una opportuna preparazione ad un atto operatorio (cardiologica, anestesiologica etc.) al quale dovranno essere sottoposti e che verosimilmente è già stato programmato. In ambiente Medico per solito la diagnosi è tutta da costruire partendo da uno o più sintomi che il Paziente manifesta e che dovranno essere opportunamente indagati attraverso la pianificazione spesso completamente de novo di un iter diagnostico strumentale. Tutto ciò chiaramente prescinde dall’urgenza non differibile per cui il Paziente è destinato ad un trattamento chirurgico o cardiologico interventistico o di tipo rianimatorio immediato provenendo da un codice etichettato come rosso al triage effettuato presso il DEA. Ma torniamo al nostro Paziente ricoverato per una urgenza differibile (ovvero che consente del tempo per pianificare una diagnosi ed un idoneo trattamento) o in elezione (ovvero nell’ambito di un preciso programma). Nell’educare gli Studenti all’effettuazione di una corretta intervista per la scolastica raccolta dell’anamnesi in tutte le sue sequenze spesso viene omesso un particolare per nulla trascurabile. E’ chiaro che la prima fase dell’Anamnesi è quella familiare che comporta come primo quesito da porre al Paziente informazioni circa il Padre e la Madre. Ora, immaginate un giovane Medico in formazione che, dopo essersi correttamente presentato ad un Paziente che si torce dal dolore perchè in preda, ad esempio, ad una colica biliare, oppure ad un ottantenne ricoverato per patologia delle senescenza, proponga in primis la domanda: “Suo Padre e Sua Madre sono viventi ed in buona salute?”: il destino è certamente quello di essere mandato quantomeno “a quel Paese”. Le prime domande, peraltro non previste nei formulari delle Cartelle Cliniche, da porre ad un Paziente appena ricoverato sono: “Come si sente?” “Soffre in questo momento di qualcosa per cui io possa aiutarla?” e quindi, in modo sereno e tranquillo: ”Quale è il motivo del Suo ricovero?” Il Paziente si aspetta queste domande ed ovviamente non comprende il Vostro prioritario interesse per Suo Padre, Sua Madre o Suo Nonno, che comunque, come vedremo, ha in un certo senza una qualche importanza. In alcune cartelle cliniche è previsto uno spazio denominato “Riassunto Clinico” riferito ovviamente al Motivo del Ricovero determinato dagli ultimi accadimenti che faranno poi parte della descrizione della Anamnesi Patologica Prossima. Io consiglio di riempirlo da principio, prima di ogni altra sezione della Cartella.
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