ANAMNESI PATOLOGICA REMOTA
L’obiettivo principale dell’Intervista per quanto attiene all’Anamnesi Patologica Remota è la descrizione cronologica di tutti gli eventi morbosi intercorsi durante la vita del Paziente con la sola esclusione della patologia responsabile del ricovero, che sarà invece oggetto dell’Anamnesi Patologica Prossima.
Bisogna subito precisare che, sul piano puramente teorico, qualunque evento morboso riferito dal Paziente dovrebbe essere suffragato da documentazione clinica utile a validare ciò che il Paziente ricorda; tuttavia ciò non è ovviamente possibile o, comunque, sarà possibile soltanto per gli eventi recenti o per quelli, per così dire, importanti, dei quali il Paziente avrà probabilmente richiesto e conservato idonea documentazione clinica (cartelle, referti, radiografia, etc…), da portare in visione.
Pertanto è buona norma, nella compilazione della Anamnesi Patologica Remota, fare uso delle allocuzioni: “Ricorda” o “Non sa riferire” o “A detta del Paziente”, secondo i casi, quando non è possibile documentare altrimenti quanto dichiarato.
Si comincerà con la fatidica domanda: “Ricorda i comuni esantemi dell’infanzia?”
Ricordo che per “malattie esantematiche” (dal greco Esantein=sbocciare) si intendono comunemente quelle epidemiche di età pediatrica che comportano la comparsa di eruzioni mucoso/cutanee tipiche, come ad esempio la varicella, il morbillo o la rosolia e che sono prevalentemente di origine virale.
In questo contesto si annoverano comunque anche malattie ad etiologia batterica, come ad esempio la scarlattina (sempre più rara) o malattie contagiose virali come la parotite epidemica (da molti Studenti anche…. anziani appellata ancora come: orecchioni), che di eruttivo, a dire il vero, non manifesta granchè.
Ora è ovvio che per tali malattie il Paziente non produrrà alcuna documentazione clinica, a parte quei casi abbastanza rari in cui vi siano state sequele o complicanze, e che sarà quindi il caso di scrivere in cartella il “non ricorda…” oppure elencare quelle che vengono “ricordate”.
Per qualunque altra patologia riferita dal paziente, sia essa documentabile o no, andrà descritto: l’anno o l’età circa quando è insorta, ovviamente il tipo di patologia, quanto è durata, notizie circa eventuali accertamenti diagnostici effettuati, il trattamento farmacologico o di altro tipo effettuato e se tramite ricovero in ambiente sanitario, quando si è risolta, se vi sono state complicanze, sequele o particolari esiti.
Fate attenzione: perché alcuni pazienti, soprattutto di livello culturale medio basso, o per giustificata ignoranza o per atteggiamento caratteriale, tendono a sminuire patologie gravissime o a descrivere invece come… pre mortali situazioni di scarso significato clinico.
Sarà affidata all’abilità dell’Intervistatore il sapersi districare sapientemente in tali “meandri”.
Ciò sarà ovviamente più difficile se non esiste alcuna documentazione clinica consultabile o la eventuale richiesta, presso ad esempio un ospedale, comporterebbe lunghi tempi di attesa in considerazione degli anni trascorsi.
In tali casi, con la dovuta discrezione e sempre salvaguardando la privacy del Paziente (cosa che non deve mai essere dimenticata durante tutta l’Intervista), sarà possibile, se lo si ritiene veramente importante, chiedere informazioni al Parente più prossimo o comunque a Chi si ritiene essere affettivamente più in confidenza con il Paziente, chiedendo comunque sempre al Paziente la facoltà di farlo.
Un esempio per cui è sicuramente importante fare ciò è sicuramente l’accertamento di malattie infettive pregresse, quali ad esempio la Tubercolosi, perché la malattia potrebbe addirittura essere andata incontro ad un fenomeno di reinfezione assolutamente da dichiarare e controllare; oppure ancora l’approfondimento circa ciò che è stato genericamente definito come “polipetto” o “ulceretta” perché potrebbe invece nascondere una patologia neoplastica, magari trattata con successo senza che vi sia residuo di malattia in atto, ma che potrebbe invece meritare l’esecuzione di esami strumentali mirati di controllo, pur se assolutamente non correlati con la patologia responsabile del ricovero.
Chiedete sempre in tali casi che vi siano mostrati i referti istologici.
Di solito nelle Cartelle Cliniche vengono descritti a parte gli interventi chirurgici ed i traumi.
Per i primi, gli Interventi Chirurgici, andrà descritto: l’anno di esecuzione, il tipo di operazione chirurgica effettuata (es. appendicectomia, colecistectomia laparoscopica, etc…) e l’esito con le eventuali complicanze.
Anche qui fate attenzione perché non saranno di certo pochi i pazienti ai quali è stato “tolto tutto l’intestino” eppure mangiano e sopravvivono felicemente, oppure quelli che vivono “senza un reno (singolare dialettale di reni)” e poi si scopre, magari con una semplice ecografia, che li possiedono tutti e due, perché forse “ab initio” erano nati con… tre.
STEMMA DELLA FAMIGLIA COLLEONI
A proposto di tre, incontrerete uomini che si ritengono supermaschi emuli del famoso condottiero bergamasco rinascimentale Bartolomeo Colleoni,che alcuni storiografi descrivono come uno dei rarissimi casi di poliorchidia in quanto pare che possedesse tre testicoli (guardatevi lo stemma di famiglia con le famose… tre palle), e che invece, molto più miseramente, sono o sono stati portatori di un’ernia inguino scrotale. Il Colleoni ebbe però ben otto figlie tra legittime ed illegittime (beh! Allora forse gli storiografi avevano ragione), una delle quali, Caterina, con il suo matrimonio, diede origine alla dinastia dei “Martinengo delle Palle”: allora evidentemente erano dei fissati (fonte Treccani, Wikipedia)
Anche i Traumi intercorsi andranno descritti come già illustrato, annotando in particolare: la data in cui l’evento è accaduto, le modalità, il danno conseguente: lussazioni, commozioni o fratture.
Soprattutto per queste ultime sarà bene valutare se possono essere giustificate dalla dinamica e dalla intensità del trauma descritto; viceversa potrebbe trattarsi di fratture cosiddette patologiche, avvenute, cioè, per estrema fragilità del tessuto osseo conseguente a particolari situazioni (ad esempio metastasi, grave osteoporosi etc…)
Se il paziente riferisce traumi cranici pregressi con situazioni di edemi o emorragie cerebrali o addirittura coma e periodi trascorsi in ambienti rianimatori neurologici vi consiglio di approfondire l’evento con l’aiuto di un Collega Neurologo o Neurochirurgo.
Per le fratture in particolare si chiede: il tipo di trattamento eseguito, l’avvenuto consolidamento o gli eventuali esiti (purtroppo talvolta francamente manifesti come ad esempio per pazienti claudicanti o comunque affetti da handicap).
Può accadere che talune patologie citate nella Patologica Remota abbiano riflessi, seppur lontani, circa la Patologica Prossima, o che così almeno si ritenga; ciò non deve indurre in confusione in quanto tali eventi andranno sinteticamente descritti rimandando poi alla successiva fase anamnestica.
Sarà cura dell’Intervistatore descrivere i vari rilievi con appropriata sintesi, dilungandosi un po’ di più dove lo si riterrà opportuno: ma questo lo si imparerà con l’esperienza e sicuramente anche a seguito di qualche dolce ed educata…. ramanzina da parte del Tutore, del tipo: “ma che ca… hai scritto!!!!”, espressa ovviamente sempre con affetto.
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